La vita. La fotografia
30/11/2019 - 19/01/2020 Museo di Roma in Trastevere Il Museo di Roma in Trastevere ospita la prima retrospettiva italiana di Inge Morath (1923-2002), la prima fotoreporter donna entrata a far parte della famosa agenzia fotografica Magnum Photos. Viaggiatrice instancabile, poliglotta, donna dai poliedrici interessi e di profonda cultura, Morath nasce a Graz, in Austria, nel 1923. Non teme barriere culturali, linguistiche o geografiche: la sua conoscenza di diverse lingue straniere le permetteva di analizzare in profondità ogni situazione e di entrare in contatto diretto con la gente. I rapporti lavorativi con personalità quali Ernst Haas, Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, contribuiscono a chiarire l’evoluzione professionale della Morath e il personale stile fotografico nutrito degli ideali umanistici successivi alla Seconda Guerra Mondiale, ma anche della fotografia quale "momento decisivo" come la definì Cartier-Bresson. Attraverso le sue fotografie si ripercorrono le tappe dei suoi principali reportage geo-etnografici, includendo anche la nota serie di curiosi ritratti con le maschere del disegnatore Saul Steinberg. La mostra si sviluppa in 12 sezioni che ripercorrono tutte le principali esperienze professionali e umane della Morath, attraverso circa 140 fotografie e decine di documenti originali. Compaiono anche immagini, realizzate da grandi maestri come Henri Cartier-Bresson e Yul Brinner, che ritraggono Inge Morath in diversi momenti della sua carriera. A Roma, Inge ritorna invece nel 1960 per un lavoro su commissione: fotografare la bellissima attrice e modella Rosanna Schiaffino, che immortala all’interno della sua abitazione romana. Nei pochi anni che intercorrono tra i due momenti romani, Inge Morath si è ormai affermata. Il suo sviluppo è stato graduale. Dopo l’esordio come traduttrice e scrittrice in Austria, aveva iniziato a scattare nel 1952. L’anno successivo, grazie a Robert Capa, comincia a lavorare per Magnum Photos a Parigi.
E’ indubbio l’interesse che i giovanissimi delle scuole medie rivolgono alla creazione musicale al computer, insegnamento inserito nell’ultimo decennio nella nostra scuola. La rilevanza della materia è data dall’importanza della formazione musicale e motoria in molti ambiti professionali. Le figure professionali coinvolte in questo tipo di formazione sono potenzialmente tutti coloro che abbiano interesse per la musica. A tal proposito, si sottolinea come il mezzo informatico abbia fornito un formidabile impulso alla creazione musicale da parte delle nuove generazioni. I corsi abbracciano anche la sfera professionale, sempre alla ricerca di nuove tecniche informatiche: fonici, diplomati in strumento presso i conservatori, coreografi, scenografi, ma anche giudici sportivi e allenatori di Ginnastica Ritmica e Ginnastica Attrezzistica della Federazione Ginnastica d’Italia. In questi corsi gli studenti imparano a gestire una postazione informatica audio/video (software, mixer, casse monitor, schede audio) per la realizzazione di progetti musicali come comporre, elaborare e scrivere, progettando e realizzando la propria musica. Una parte poi è dedicata alla relazione tra musica e movimento sia attraverso uno stage dedicati, sia attraverso il corso di montaggio video che prevede la possibilità di montare un filmato su base musicale. Possiamo dire quindi che i corsi di Informatica Musicale nelle Scuole italiane presentano due caratteristiche fondamentali: l’alta professionalità e la modularità nell’organizzazione didattica entrambe gli elementi concorrono a tracciare anche un eventuale percorso musicale personale dell’allievo. Un elemento di eccellenza nelle nostre scuole. |
AuthorQuesto Blog è curato da Mariella Valdiserri, giornalista di moda, insegnante di scrittura giornalistica all'Accademia del Lusso e docente di Moda all'Accademia di Belle Arti. Categories |